venerdì 5 giugno 2020

Vangelo del 4 Giugno 2020 PREGHIAMO PER PASSARE BENE LA GIORNATA


Dal Vangelo secondo Marco
Mc 12,28b-34

In quel tempo, si avvicinò a GesĂą uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
GesĂą rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". Il secondo è questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Non c'è altro comandamento piĂą grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo veritĂ , che Egli è unico e non vi è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale piĂą di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, GesĂą gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio».
E nessuno aveva piĂą il coraggio di interrogarlo.



Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco
Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e, visto come aveva loro ben risposto, gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?»”. Questa è davvero una bella domanda. E anche se abbiamo letto e riletto tante volte questa pagina del Vangelo, si ha sempre bisogno di ridire bene e ad alta voce qual è la prima cosa che conta, la cosa piĂą essenziale. GesĂą risponde citando parola per parola la Scrittura, ma alla citazione cambia l’ortografia, aggiunge una nuova punteggiatura, mette un “e” congiunzione, e trasforma il punto in virgola. Così al comandamento di amare Dio “con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”, GesĂą ci aggiunge l’amore al prossimo: “E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento piĂą importante di questi”. Attraverso questa “unione” GesĂą riconcilia i due rischi che corriamo costantemente quando pensiamo alla fede e alla nostra vita: amare Dio fino a disinteressarci degli altri, o amare gli altri fino a dimenticare Dio. Le due cose devono stare sempre unite e parzializzarle significa cadere giocoforza in errore. “Allora lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo veritĂ  che Egli è unico e non v'è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val piĂą di tutti gli olocausti e i sacrifici»”. Vivere invece una religione fatta solo di olocausti e sacrifici significa dimenticare che l’unica cosa che rende davvero e pienamente culto a Dio è l’amore. Tornano così alla mente le parole che Dio pronuncia attraverso il profeta Osea: “Misericordia io voglio, non sacrificio” (Os 6,6). “GesĂą, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva piĂą il coraggio di interrogarlo”. Infatti chi ha capito che è il cuore a dover funzionare e non il commercio dei meriti allora certamente non è lontano dalla strada giusta, anzi non è lontano dalla meta stessa. 



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