domenica 28 giugno 2020

Vangelo del 29 Giugno 2020 PREGHIAMO PER PASSARE BENE LA GIORNATA



Vangelo

Mt 16, 13-19
Dal Vangelo secondo Matteo



In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.


Commento di don Luigi Maria Epicoco





È bello che lungo la storia la Chiesa abbia associato in un’unica festa i santi Pietro e Paolo. Essi non solo rappresentano le colonne su cui si poggia la maggior parte dell’esperienza cristiana che conosciamo, ma sono anche il trionfo di quella diversità che la Chiesa fin da subito ha riconosciuto come ricchezza.
Infatti, in quanto a preparazione, a esperienza, a vissuto personale, a carattere, temperamento e scelte, Pietro e Paolo sono fondamentalmente diversi. E quando ci si trova di fronte alla diversità la tentazione è sempre quella di voler uniformare a un unico modello, a un’unica idea, ad un’unica modalità.
È la tentazione di Babele che pensa che il mondo sarà migliore solo se avrà un’unica lingua, un’unica cultura, un’unica torre. E questo a scapito della diversità e dell’unicità di ognuno. Il contrario di Babele è la Pentecoste. Infatti, nell’esperienza del dono dello Spirito, tutti i popoli diversi comprendono il linguaggio degli apostoli senza rinunciare alla propria lingua natia.
Ecco perché la festa di oggi è una festa importante per ognuno di noi, perché ci interroga su quella fraternità e comunione a cui siamo chiamati e che ci domanda di edificare la Chiesa ognuno con il proprio carisma, la propria storia, la propria diversità. Il Vangelo di oggi ci narra le parole che Gesù pronuncia su Pietro, rendendolo la roccia su cui si fonda la Chiesa: <>.
Ma se a Pietro sono riservate le chiavi, a Paolo potremmo dire che Cristo ha consegnato la soglia. Chi è più missionario di Paolo? In questo modo la Chiesa appare stabile e missionaria. Capace di raccogliere e capace di spargere. Paolo e Pietro sono le due facce della stessa medaglia, per questo non possono essere pensati mai da soli.







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