lunedì 6 luglio 2020

Vangelo del 7 Luglio 2020 PREGHIAMO PER PASSARE BENE LA GIORNATA





VANGELO
Mt 9, 32-38



In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni».
Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.


Commento di don Luigi Maria Epicoco

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Il male per farci male ci impedisce molto spesso di parlare. Ci rende ostaggi di ragionamenti e pensieri che hanno come scopo quello di non condividere nulla con nessuno. La prima maniera attraverso cui la grazia agisce nella nostra vita è quella del dono della parola. Gesù ci aiuta a dire, a mettere fuori, a verbalizzare, a consegnare. Questo gesto così semplice delle volte è un radicale momento di liberazione nella vita di una persona.
Il Vangelo di oggi ci invita a domandarci se il Vangelo lo abbiamo semplicemente capito oppure ci ha guarito. È troppo poco, infatti, ridurre il Vangelo a un’idea chiara sulla nostra vita. Il Vangelo deve aiutarci a dire, a tirar fuori, a emergere da una chiusura interiore che solitamente ci soffoca e mortifica. Ma paradossalmente è proprio questo miracolo che suscita critiche e calunnie contro Gesù: <>.
Chi si porta il male dentro, legge sempre tutto in maniera malevola. Molto spesso le critiche e le calunnie nascono da un cuore incattivito e invidioso, e il veleno di certe parole è rivelatore di questo male di fondo. Forse per questo Gesù ci invita a pregare per coloro che ci fanno del male, perché sono loro i primi bisognosi di guarigione.
Ma a Gesù non interessano le malelingue, egli è più preoccupato per quella folla di gente che lo segue e che cerca una parola, una direzione, un senso: <
Sembra quasi volerci dire che al bisogno del mondo non dobbiamo reagire scoraggiandoci ma pregando affinché il Signore trasformi ognuno di noi in quell’aiuto di cui il mondo necessita.







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