Mt
12, 14-21
Dal
Vangelo secondo Matteo
In
quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per
farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là.
Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non
divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo
del profeta Isaìa:
«Ecco il mio servo, che io ho scelto;
il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento.
Porrò il mio spirito sopra di lui
e annuncerà alle nazioni la giustizia.
Non contesterà né griderà
né si udrà nelle piazze la sua voce.
Non spezzerà una canna già incrinata,
non spegnerà una fiamma smorta,
finché non abbia fatto trionfare la giustizia;
nel suo nome spereranno le nazioni».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
«Ecco il mio servo, che io ho scelto;
il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento.
Porrò il mio spirito sopra di lui
e annuncerà alle nazioni la giustizia.
Non contesterà né griderà
né si udrà nelle piazze la sua voce.
Non spezzerà una canna già incrinata,
non spegnerà una fiamma smorta,
finché non abbia fatto trionfare la giustizia;
nel suo nome spereranno le nazioni».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Commento
di don Luigi Maria Epicoco
Credo
che oggi sia utile rallentare il passo del Vangelo e fermarci su ogni
dettaglio iniziale. I
farisei però, usciti, tennero consiglio contro di lui per toglierlo
di mezzo. Ma Gesù, saputolo, si allontanò di là..
Siamo
troppo spesso abituati a credere che Gesù riscuota solo successi, ma
la verità è che la prima reazione al suo messaggio è il rifiuto. E
lo è per un motivo molto semplice: vivere secondo la visuale del
Vangelo comporta la messa in discussione di tutti quegli equilibri
precari che ci siamo costruiti negli anni, e che magari non ci
rendono felici ma che almeno ci aiutano a restare a galla.
Gesù
mettendo in discussione l’attaccamento a schemi e regole fisse,
destabilizza la nostra sopravvivenza precaria. Ma chi si lascia
mettere in discussione da lui trova un equilibrio più profondo e più
decisivo. Di certo però egli non si impone, ma si propone alla
nostra libertà, per questo davanti al rischio di essere ucciso egli
va via.
<>. Ma chi lo prende sul serio si ritrova guarito. È
la guarigione della sequela. Questa parola non molto usata sta a
significare la capacità di camminare dietro a qualcuno,
riconoscendone l’autorevolezza.
Il
Vangelo sembra suggerirci due immagini: la prima è la fede come
cammino e non come semplice convinzione; la seconda è la guarigione
che da essa scaturisce che non può restare nascosta nel semplice
cuore di chi l’ha ricevuta. Il cammino ci ricorda la gradualità,
il bisogno di darsi del tempo, il saper pazientare per imparare a
vivere secondo ciò che Gesù insegna.
La
guarigione non ci fa perdere di vista il fatto che la fede non è una
gara con noi stessi in cui cerchiamo di dimostrare la nostra bravura,
ma una guarigione che ci cambia essenzialmente nella parte più
decisiva della nostra vita. Infatti dall’incontro con Gesù la vita
torna ad essere veramente viva. La grande domanda però è: si può
obbedire al suo comando di non dire niente a nessuno? In realtà no.
È
questa la radice dell’evangelizzazione.
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