venerdì 20 maggio 2011

UN MESE CON MARIA
























20 MAGGIO 2011

 Gv 14,1-6


In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: "Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: "Vado a prepararvi un posto"? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me".

Medita

Il termine "Dio" può sembrare freddo ed evocare la distanza. L'appellativo di "Padre" è pieno di affetto e di tenerezza: è il termine proprio della Rivelazione. Si può essere intimoriti da Dio perché la sua santità è un rimprovero al nostro essere profani. Come siamo sensibili invece al nome di "Padre"! I popoli chiamano la loro terra "patria". Ciò sottintende una protezione, un conforto ed implica amore. Ci sentiremmo a casa nostra nella casa del Padre, ci sentiremmo a nostro agio, rassicurati. Questa è l'opera fantastica dell'amore: trasformare una casa nella propria casa e un servo in un figlio.
Tommaso chiede: "Come possiamo conoscere la via?". Cristo risponde: "Io sono la via". Cristo definisce così il suo ruolo, e noi apprendiamo che Cristo non viene per se stesso, ma per noi. La sua casa è la nostra casa, suo Padre è nostro Padre. Come è semplice e quasi infantile la dottrina del cristianesimo! Noi non camminiamo da soli, non camminiamo senza guida. Cristo ha due mani: l'una per indicarci la via, l'altra per sostenerci lungo la via. È tutto ciò di cui ha bisogno il pellegrino: la Via, la Verità e la Vita.

Prega

Padre, desideriamo una dimora più bella, in cui regni la pace e in cui non ci siano più discordie. Ti ringraziamo per il dono di tuo Figlio: egli ci ha fatto capire che la sua dimora è la nostra, che suo Padre è il nostro Padre, perché egli è la Via, la Verità e la Vita.

Riflessione su Maria

La semplicità del Rosario fa di esso la preghiera degli umili. E’ nata come preghiera dei monaci senza istruzione, che non potevano perciò recitare la preghiera dei salmi contenuta nella Bibbia. E’ una preghiera che può essere recitata anche se non si sa leggere. Il Rosario è la preghiera degli umili perché la sua essenzialità guida gradualmente chi prega alla semplicità e alla povertà di spirito. E’ un lento svuotarsi di sé per lasciarsi riempire da Dio e far parlare lui con quelle espressioni e preghiere che sono contenute nel Vangelo. Innanzitutto il Padre Nostro, la preghiera che Gesù ci ha insegnato per introdurci nell’intimità del Padre; poi l’Ave Maria, che nella prima parte riporta le parole del Vangelo di Luca; infine il Gloria, che racchiude il senso ultimo del Rosario: la lode a Dio per tutto ciò che ha operato per noi. Forse per questo a certe persone non piace: perché impone il silenzio interiore. Devono tacere le parole umane per lasciar parlare quelle divine. Non capiscono che in questa preghiera, c’è il segreto della vita spirituale di ogni credente

Preghiera a Maria

Volendo creare un’immagine della purezza assoluta e manifestare chiaramente agli angeli e agli uomini la potenza della sua arte, Dio ha fatto Maria veramente tutta bella. Egli ha riunito in lei le bellezze particolari distribuite alle altre creature, e l’ha costituita come comune ornamento di tutti gli esseri
visibili e invisibili. O piuttosto ha fatto di lei una sintesi di tutte le perfezioni divine, angeliche e umane, una bellezza sublime che abbellisce i due mondi, che si eleva dalla terra fino al cielo e che sorpassa anche quest’ultimo. (G. Palamas)

Ave Maria…

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