sabato 20 agosto 2011

Giornata Mondiale della Gioventù 2011

Mons. Gualtiero Bassetti, 19 agosto-
Arcivescovo di Perugia - Città della Pieve-


3ª catechesi-
Venerdì 19 agosto 2011-

Tema: Testimoni di Cristo nel mondo-







La catechesi del vescovo Gualtiero Bassetti ai giovani di Vicenza, Novara,Roma e Otranto.

“Oggi, sentrirsi dire di essere saldi non e’ cosa di poco conto. Viviamo, infatti, in un tempo di precartieta’, che e’ il contrario della saldezza”. Cosi’, mercoledi’ 17 agosto, primo dei tre giorni dedicati alle catechesi, il vescovo di Perugia Gualtiero Bassetti ha parlato ai giovani delle diocesi di Vicenza, Novara, Roma e Otranto riuniti nella chiesa di Purisimo Corazon de Maria di Madrid. “Cosa significa essere saldi? – si e’ quindi chiesto il prelato -. E’ essere costanti, avere determinazione, essere forti d’animo. Questo discorso potrebbe dare fastidio e sentire parlare di Dio potrebbe essere come sentire parlare di un forte disturbatore. Eppure voi siete qui per imparare a riconoscere qualcosa che magari non avete ancora chiaro”.
Il Vescovo di Perugia si e’ spinto a spiegare l’importanza di avere un riferimento sicuro. “Voi giovani siete fatti per volare alto. Ma per spiccare il volo avete bisogno di un punto di appoggio, lo stesso sul quale di tanto in tanto sostare per riprendere le forze. Questo fondamento e’ Dio”.
A volte i giovani si sentono soli pur facendo parte di grandi compagnie. E si avvertono come persone anonime. “Ma Dio – ha detto mons. Bassetti – vi chiama per nome, si preoccupa per ciascuno di voi. Allora siate saldi nella fede dando ragione della speranza che e’ in voi!”.
“Fede su una mano e carita’ nell’altra – ha concluso il Vescovo di Perugia citando Sant’Ireneo -. Se vivete Gesu’ con forza, allora saprete anche testimoniarlo. Percio’ amate il vostro prossimo, fate questa esperienza d’amore”.

(Luca de Marzi)


TESTO DELLA CATECHESI
Terza catechesi – Testimoni di Cristo nel mondo

«Vogliamo vedere Gesù» (Gv 12,21). È questa la domanda che un gruppo di greci, di pagani, di gente estranea alla fede nel Dio d’Israele, rivolgono agli apostoli.

«Il desiderio di vedere Dio abita il cuore di ogni uomo e di ogni donna. Cari giovani, lasciatevi guardare negli occhi da Gesù, perché cresca in voi il desiderio di vedere la Luce, di gustare lo splendore della Verità. Che ne siamo coscienti o no, Dio ci ha creati perché ci ama e affinché lo amassimo a nostra volta. Ecco il perché dell’insopprimibile nostalgia di Dio che l’uomo porta nel cuore: “Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto” (Sal 27, 8). Questo Volto – lo sappiamo – Dio ci ha rivelato in Gesù Cristo». (Giovanni Paolo II, Messaggio per la XIX GMG, 4.4.2004)

Vogliamo vedere Gesù è la domanda che oggi rivolgete anche a me, successore degli apostoli: voi sapete, o almeno intuite, che la Bellezza del Suo Volto è la risposta ad ogni vostra inquietudine. E intuite anche, o già sapete, che solo nel Vangelo così come è stato trasmesso dagli Apostoli, dai primi testimoni della morte e risurrezione del Signore, si mostra la Verità che è anche Vita e Via, Bellezza attraente e affascinante. Siete qui, chiamati da Cristo attraverso Pietro, per immergervi in questa Bellezza e chiedete che oggi, l’Apostolo, vi mostri il Signore.

Ebbene, oggi sono io, l’apostolo, a dirvi: fate vedere voi Gesù! Immersi nella vita della Chiesa, diventate voi, per il mondo, per i vostri contemporanei, il volto del Signore. Siate voi coloro che rendono vera, per altri giovani, quella beatitudine di cui parlava Gesù a Tommaso: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!« (Gv 20,29). Voi potete vedere il Signore nella vita della Chiesa, la comunità sorretta dalla fede degli apostoli che furono testimoni oculari di un fatto: della morte e della risurrezione del Crocifisso. Noi non crediamo a favole artificiosamente inventate (cf. 2Pt 1,16), non crediamo ad una filosofia, non ci siamo innamorati di un sistema morale, crediamo invece alla parola di testimoni oculari, di coloro che si videro travolgere la loro povera e misera vita dallo splendore di un sepolcro vuoto all’alba di un giorno che ha cambiato, per sempre, la storia. Noi crediamo, la fede della Chiesa crede nel Signore Risorto visto da Tommaso e dai suoi amici, e siamo, per questo beati, siamo felici secondo la promessa del Salvatore.

«Ogni credente è come un anello nella grande catena dei credenti. Io non posso credere senza essere sorretto dalla fede degli altri, e, con la mia fede, contribuisco a sostenere la fede degli altri” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 166). Ringraziamo sempre il Signore per il dono della Chiesa; essa ci fa progredire con sicurezza nella fede, che ci dà la vera vita (cfr Gv 20,31)» (Messaggio XXVI, n.5).

Immersi in Cristo, diveniamo noi stessi Cristo: è sant’Agostino che commentando il vangelo di San Giovanni esorta con queste parole i cristiani, esorta noi, oggi a rallegrarci, a rendere grazie a Dio «non soltanto perché ci ha fatti diventare cristiani, ma perché ci ha fatto diventare Cristo stesso. Vi rendete conto, cari giovani, di quale grazia ci ha fatto Dio, donandoci Cristo come Capo? Esultate, gioite, siamo divenuti Cristo», così predicava sant’Agostino (Commento al Vangelo di San Giovanni, Omelia 21, 8).

Fate fiorire, dunque, il vostro battesimo e fate vedere Dio, diventate testimoni di Dio in un mondo che vuole emarginarlo «dalla vita delle persone e della società, prospettando e tentando di creare un “paradiso” senza di Lui. Ma l’esperienza insegna che il mondo senza Dio diventa un “inferno”: prevalgono gli egoismi, le divisioni nelle famiglie, l’odio tra le persone e tra i popoli, la mancanza di amore, di gioia e di speranza» (Messaggio XXVI, n. 3). A questo mondo voi siete inviati per mostrare il volto di Dio, in questo mondo il vostro battesimo vi abilita alla testimonianza, per questo mondo siete la coscienza critica, testimoni di quell’oltre che non può mai essere eliminato. «La fede si rafforza donandola» (Giovanni Paolo II, Redemptor missio, 2), non cedete ad un cristianesimo individualista, contrastate la tentazione di una fede dolciastra fatta di buoni sentimenti senza lo scandalo della croce, combattete la tentazione della chiusura nel vostro piccolo mondo, aprite invece le porte della vostra fede alle ansie, alle speranze, alle gioie, alle angosce dei vostri contemporanei. Facendo questo, troverete «la forza per vincere le proprie debolezze e superare ogni avversità» (Messaggio XXVI, n. 5).

È la vostra vita quotidiana, la vostra dedizione allo studio, al lavoro, la decisione di farne un servizio d’amore al prossimo, che i vostri coetanei attendono. Proclamate la vittoria di Cristo sull’ozio, sul nulla, sulle pigrizie, sugli egoismi. Fate che vinca prima di tutto in voi, rivestitevi di Cristo, abbiate i suoi sentimenti, diventate competenti nella vostra professione, siate onesti, fieri della fede, forti nella speranza, innamorati della carità, e allora saranno i vostri stessi amici a chiedervi il perché della vostra vita. Infatti se è vero che questo nostro tempo non ama i maestri, anzi, è pieno di cattivi maestri, non di meno, tutti cercano testimoni (cf. Paolo VI, Evangelii nuntiandi, n. 41) che certifichino con una vita che interroga, che affascina, che disturba, la via buona per l’uomo.

Non lasciatevi ingannare da quanti rifiutano Gesù: in realtà lo stanno cercando senza saperlo, non indietreggiate di fronte al cinismo, alla sufficienza, allo scherno, Cristo ama e cerca personalmente ogni uomo, ogni donna: ha bisogno di voi per toccarli, per parlargli. E se stai pensando che anche la tua fede è piccola, se anche tu, a volte ti trovi tra i cinici, o tra quelli che rinnegano, che si vergognano di Gesù, io ti dico oggi: coraggio, Cristo non ti giudica, Lui vede quello che puoi diventare come nel rinnegatore ha visto il Pastore universale, Lui vede, nella Sua misericordia, quello che può fare in te se solo ti apri, nella fede, alla Sua potenza. Mettiti in gioco, apri le porte del tuo cuore a Cristo: se ha trasformato undici poveri uomini ignoranti e pieni di paura, traditori e vigliacchi, in uomini forti che hanno testimoniato, i più con il sangue, la verità del Vangelo, può trasformare anche te in un coraggioso testimone dell’amore. Tanti prima di noi, tanti oggi, non si sono arresi e non si arrendono alla logica della

mediocrità. Circondati da questi testimoni, non arretriamo, ma andiamo avanti, vai avanti, sapendo che Cristo, l’autore e il perfezionatore della fede (cf. Eb 12,1-2), ti precede e ti conferma nella tua testimonianza. Anche tu, se credi, se sai vivere e testimoniare la tua fede ogni giorno, diventi strumento per far ritrovare ad altri giovani come te il senso e la gioia della vita, che nasce dall’incontro con Cristo! (cf. Messaggio XXVI, n. 5)

Lasciate che il Suo mistero illumini tutta la vostra persona! In questa maniera potrete portare nei vostri ambiti, nella scuola come nel lavoro, nella famiglia come nelle istituzioni, nei luoghi di svago come in quelli del dolore, quella novità che può cambiare le relazioni, le istituzioni, le strutture, per costruire un mondo più giusto e solidale, animato dalla ricerca del bene comune. Se Cristo è in voi, potrete non cedere a logiche individualistiche ed egoistiche! In questo siete aiutati, confortati, accompagnati, dalla testimonianza di tanti giovani che hanno raggiunto la meta della santità: pensate a santa Teresa di Gesù Bambino, san Domenico Savio, santa Maria Goretti, il beato Pier Giorgio Frassati, il beato Alberto Marvelli! – e tanti altri, a noi sconosciuti, ma che hanno vissuto il loro tempo nella luce e nella forza del Vangelo, e hanno trovato la risposta: “come vivere, che cosa devo fare per vivere” (Cf. Benedetto XVI, Incontro con i giovani della Diocesi di San Marino – Montefeltro, 19.6.2011).

Resta vero infatti, che anche se da molti, specialmente dai mezzi di comunicazione, viene propagata l’idea che sia bene pensare a se stessi, che la via di salvezza consiste nel ritirarsi nel privato, o nella casa del Mulino bianco, o in un edonismo sfrenato, che l’individualismo sia la carta vincente, nonostante questo, quelli che lasciano un segno, quelli a cui davvero gli uomini vanno dietro sono coloro i quali spendono la vita per farne qualcosa di grande. E non c’è grandezza maggiore di Cristo che dà la vita per il mondo, non c’è grandezza maggiore di chi, sulle orme di Cristo, offre la propria vita per farlo conoscere. Cristo ti stima degno di essere Suo testimone nel mondo. Non c’è dignità e onore maggiore di questo. Sogna in grande allora, e mettiti alla sequela del Signore, lasciando intravvedere i Suoi tratti nei tuoi.

[Vi racconterò la mia esperienza a Firenze con Madre Teresa di Calcutta]

In questo modo voi giovani vincete il mondo con la sua logica di morte, vincete il mondo con la vostra fede in Gesù Cristo (cf 1Gv 5,5), e potete farlo in unione con Colui che ha vinto il mondo (cf. Gv 16,33). A voi Giovanni Paolo II ha affidato un compito, in voi ha visto le sentinelle del mattino, a voi, insieme con lui, io ripeto con le sue parole che: «nel corso del secolo che muore, giovani come voi, venivano convocati in adunate oceaniche per imparare ad odiare, venivano mandati a combattere gli uni contro gli altri. I diversi messianismi secolarizzati, che hanno tentato di sostituire la speranza cristiana, si sono poi rivelati veri e propri inferni. Oggi siete qui convenuti per affermare che nel nuovo secolo voi non vi presterete ad essere strumenti di violenza e distruzione; difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti.

Cari giovani del secolo che inizia, dicendo “sì” a Cristo, voi dite “sì” ad ogni vostro più nobile ideale. Non abbiate paura di affidarvi a Lui. Egli vi guiderà, vi darà la forza di seguirlo ogni giorno e in ogni situazione» (Giovanni Paolo II, Veglia di preghiera, 19.8.2000, Tor Vergata). 

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