IV DOMENICA
DI PASQUA
29 Aprile2012
MONIZIONE AMIENTALE
Il Signore
Gesù è il Pastore vero, il Pastore buono, ci conosce e ci ama personalmente,
offre
liberamente la sua vita per noi, vuole raccogliere in unità tutti i figli
di Dio dispersi nel mondo.
Per questo
solo Lui è la pietra angolare e l’unica salvezza.
Quel Gesù
morto e risorto al quale diciamo di credere, è il pastore delle nostre anime e
del
grande popolo di Dio raccolto nell’unità della Chiesa. Come il pastore
raduna le sue pecore così ci conduce ai pascoli della vita.
Dopo la
Pasqua Pietro è cambiato, la sua fede si è rafforzata, solo così può parlare
con franchezza del Risorto davanti a quel Sinedrio che aveva fatto uccidere
Gesù. La stessa
forza scaturita dalla Pasqua abbiamo lasciato che travolgesse anche noi? Ma
soprattutto, siamo convinti che Cristo è l’unica nostra salvezza?
Tutti i
cristiani sono realmente figli di Dio, dice Giovanni. Questo significa che
oltre che comprendere che Lui si comporta con noi come un vero Padre, noi
dovremmo comportarci come dei veri figli, nell’attesa di incontrarlo in forma
definitiva e pienamente rivelata.
Paragonandosi
ad un buon pastore, Gesù si rivela ai suoi discepoli di allora e a noi oggi
come colui che è pronto a dare la sua vita per tutti. Come il vero pastore non
vive senza le sue pecore, così un gregge non può esistere senza il suo pastore.
Lui ci conosce personalmente e instaura con noi un rapporto unico e singolare,
un vero rapporto d’amore che lo porta al dono della sua stessa vita.
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