domenica 15 aprile 2012

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini













SECONDA DOMENICA DI PASQUA
15 Aprile2012

MONIZIONE AMBIENTALE

 La Pasqua di Cristo non è solo un evento della storia, un’esperienza limitata nello spazio e nel tempo; il Risorto lo si incontra ancora nel Giorno del Signore che è il ritrovarsi domenicale per celebrare l’Eucaristia con tutta la comunità. Così il vangelo di oggi ci presenta due apparizioni del Signore che avvengono appunto di domenica. Per tutto il tempo di Pasqua mediteremo sull’irruzione del Cristo vittorioso nella vita dei discepoli e della comunità cristiana da allora fino ad oggi.

MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA

Il libro degli Atti degli apostoli, ritratto esemplare della chiesa delle origini, esalta la virtù dell’amore, un amore efficace, impegnato ed operativo. I membri delle prime comunità non consideravano nulla come proprio, ma ogni cosa era di tutti e quello che si ricavava dal lavoro dei singoli veniva affidato ad un fondo comune. Loro vivono un’esperienza sociale assolutamente originale per la ragione e lo spirito che anima quel progetto. Tutto ha le sue radici nell’esperienza della Pasqua.

MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA

Se crediamo in Cristo siamo figli di Dio, questo ci dice Giovanni nella sua prima lettera, e questo si deve vedere nell’attenzione che rivolgiamo ai fratelli. Anche noi dobbiamo concretizzare l’irruzione del Risorto nella nostra vita riconoscendo in chi ci vive accanto un fratello. La risurrezione ci deve far vedere gli altri uomini con occhi diversi. Tutto questo è reso possibile perché noi siamo figli di Dio e possiamo vincere il mondo con le sue paure e i suoi limiti.

MONIZIONE AL VANGELO

La fede è l’argomento centrale del vangelo di oggi, anche quando è faticosa e debole come quella di Tommaso, lui non si fida fino in fondo, lui per credere deve vedere e toccare. Cristo esige da lui e da tutti noi di essere riconosciuto non solo come Maestro e Messia, ma come Figlio di Dio inviato dal Padre per salvare l’umanità, cioè la professione di fede piena. Gesù esalta anche un’altra fede alla quale destina una beatitudine, è quella di coloro che credono in modo totale, puro, libero, senza il condizionamento del vedere e del toccare.

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