QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA
18 Marzo 2012
Giovanni Paolo II nella sua enciclica Dives in Misericordia al n.7 dice: “Credere nel Figlio crocifisso significa credere che l’amore è presente nel mondo e che questo amore è più potente di ogni genere di male in cui l’uomo, l’umanità e il mondo sono coinvolti”. Celebrare la Pasqua è celebrare la speranza nella misericordia divina. È la rinascita dell’ottimismo in noi stessi e negli uomini.
Quella che sentiremo proclamare è la pagina finale del Libro delle Cronache, nell’epilogo della vicenda d’Israele possiamo trovare la chiave di lettura di tutta la nostra storia. L’uomo spesso porta a Dio solo un pesante bagaglio di infedeltà. Ma a questa miseria Dio non risponde solo con l’ira e la vendetta, ma fa balenare la speranza del perdono perché l’ultima sua Parola non è la morte ma la vita.
MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA
MONIZIONE AL VANGELO
Da un lato c’è il mondo che non crede ed è condannato, dall’altro il mondo che crede ed è salvato. Attorno a questi due versanti si organizza l’umanità intera, dice Gesù nel dialogo notturno con Nicodemo. Cristo è la discriminante, ma è anche il segno vivo dell’amore del Padre che vuole che il mondo si salvi per mezzo di lui. Cristo è innalzato sulla croce come un condannato, ma è proprio questa elevazione in croce la radice della nostra salvezza.
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