domenica 27 novembre 2011

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini












PRIMA DOMENICA DI AVVENTO-
           27 NOVEMBRE 2011-



MONIZIONE AMBIENTALE-

Il Signore ci dona la grazia di iniziare un nuovo anno liturgico durante il quale sperimenteremo ancora una volta l’amore fedele di Dio dal quale siamo stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo. È l’Avvento che ci introduce nel nuovo anno e ci prepara a fare memoria della prima venuta del Signore nell’umiltà del Natale, tra le braccia di Maria, la più semplice e la più straordinaria della creature umane. Celebreremo durante l’anno, attraverso la liturgia della Chiesa, i misteri della vita del Signore e cresceremo così nel nostro essere popolo di Dio, corpo di Cristo, e tempio dello Spirito Santo.

 MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA

Il profeta Isaia ci racconta le attese di liberazione del popolo d’Israele che vive in terra di esilio. Dal nostro esilio anche noi in questo tempo di avvento gridiamo al Signore di compiere il miracolo della liberazione, di ridare speranza agli sfiduciati: l’uomo vive della speranza. È questa la ragione della bellissima e struggente invocazione “se tu squarciassi i cieli e scendessi”, che ogni giorno ripetiamo al nostro Dio.

 MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA

L’apostolo Paolo ci ricorda che la salvezza non è una nostra conquista, ma è un dono del Padre che, per mezzo di Gesù Cristo, ha realizzato le sue promesse nei confronti dell’umanità. La vita nuova che abbiamo ricevuto esige però la nostra risposta vigilante e generosa, perché al suo ritorno, il Signore ci trovi in comunione con Lui e con i fratelli.

 MONIZIONE AL VANGELO

La storia sembra smentire continuamente la paternità di Dio e la sua fedeltà all’uomo; ecco perché è indispensabile “vegliare”, per riconoscere i segni della continua venuta del Signore. L’avvento torna a suonare la sveglia della vigilanza, perché si riaccenda il coraggio della speranza, anche davanti al rischio di lasciarci addormentare e alienare dalle tenebre del male e dal silenzio di Dio; vuole confermarci nella certezza che Dio è con noi nella nostra storia.

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