domenica 11 novembre 2012

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini


TRENTADUESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Domenica 11 Novembre 2012
Colore  Liturgico:VERDE
 
 
 

 

 
 
 
 
 
 
MONIZIONE AMBIENTALE
 
Non esistono creature insignificanti agli occhi di Dio. La storia della salvezza passa attraverso un popolo debole, umiliato e dimenticato come le vedove che incontreremo nella liturgia di oggi. Questa categoria di persone, come gli orfani, i malati e i mendicanti, era emarginata da tutto e da tutti, con Gesù diventa il simbolo del vero credente che si affida in totalità a Dio. E’ la rappresentazione dell’autentico amore e della donazione di se stessi. Dare ciò che si è, più che ciò che si ha. L’amore non si misura sulle quantità economiche ma sulla qualità interiore.

MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA

Perseguitato dalla regina Gezabele durante una tremenda carestia, Elia incontra una vedova ridotta allo stremo; pur nella miseria è pronta a sacrificare tutto per il profeta, perché riconosce in lui un uomo di Dio.
Solo la persona veramente libera sa anteporre a se stessa l’altro, sapendo che chi tutto dà, tutto riceve dalle mani di Dio.

MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA

Nella lettera agli Ebrei Gesù viene definito come l’autentico Sommo Sacerdote perché non offre più sacrifici di animali, ma offre se stesso.  Con il suo sangue versato apre l’accesso a tutta l’umanità al Santuario Celeste, cioè alla comunione vera e definitiva con Dio. Il sacerdozio comune a tutti i battezzati implica una vita spesa per gli altri, come lo fu quella di Cristo.

MONIZIONE AL VANGELO

Entriamo nel tempio di Gerusalemme dove Gesù è seduto ad osservare la processione di persone che depositano le loro offerte prima di entrare nel luogo santo. Tutti sono attratti dai ricchi che gettano molte monete per ottenere molti privilegi. Nessuno si cura di una povera vedova che versa solo i suoi ultimi due spiccioli. Per Gesù lei diventa l’esempio del vero cristiano perché quell’obolo agli occhi di Dio vale più di qualsiasi altra grossa somma. In quella cifra modestissima c’è il tutto di una persona.


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