domenica 25 settembre 2011

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini

VENTISEIESIMA DOMENICA-
DEL TEMPO ORDINARIO-









MONIZIONE AMBIENTALE-

Il nostro rapporto con Dio, come quello tra ogni padre e figlio, è il frutto di atteggiamenti diversi, anche l’obbedienza che ogni figlio dovrebbe al proprio padre ha facce diverse: c’è un’obbedienza che ha il tono della deferenza, delle apparenze e dell’equilibrio ma che in profondità nasconde una sottile ribellione interiore. E c’è un’esteriore disobbedienza che presenta una superficie scomposta e indisciplinata ma che in realtà ha nel profondo una sostanza valida ed esemplare di impegno. L’invito di oggi è a non giudicare, a scommettere sulle segrete possibilità di ogni uomo, anche di chi ci sembra avvolto dal male. Ogni creatura ha sempre in sé la fiaccola dell’amore di Dio, anche quando è appannata dal peccato e ai nostri occhi sembra sul punto di estinguersi.

MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA

Non è decisivo il passato che si ha dietro le spalle, né l’eredità di male che la società ci carica addosso, è fondamentale la risposta di conversione che la Parola di Dio esige. Se è sincera e viene dal cuore può ribaltare ogni situazione. Non è un “si” che segue un “no”, ma di un “si” che distrugge un “no”.

MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA

L’obbedienza nella donazione di sé è il modello che Paolo ci presenta fissando i suoi occhi nel Cristo crocifisso. Dono di sé che significa umiltà, vicinanza agli altri, eliminazione della superbia, del proprio interesse, del gusto del potere. Il ministero cristiano in ogni suo livello e forma è soprattutto servizio. Cristo è venuto per servire e si è fatto servo di tutti, obbedendo alla volontà del Padre.

MONIZIONE AL VANGELO

Il quadretto di vita familiare che oggi l’evangelista Matteo ci racconta è comune a tutte le famiglie di tutti i tempi. Risposte diverse da figli diversi per lo stesso invito del padre. Tuttavia qualcosa di stonato e di imperfetto è presente sia nella disobbedienza sia nell’obbedienza dei due figli della parabola.
IL Signore ci chiede di rispondere SI alla sua chiamata e poi di comportarci con coerenza.

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