domenica 10 marzo 2013

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini

IV DOMENICA DEL TEMPO DI QUARESIMA (ANNO C)
DOMENICA 3 MARZO 2013
COLORE LITURGICO: VIOLA
Chiesa Santa Maria della Speranza
Olmo-Perugia

SERVIZIO LITURGICO Ore 8.30

Lettore Monizioni: Clementina
Lettore 1 Lettura: Loredana
Lettore Salmo: Giovanna
Lettore 2 Lettura: Laura Chiavini
Vangelo: Diacono don Mario

SERVIZIO LITURGICO Ore 11.00

Lettore Monizioni: Alesssio
Lettore 1 Lettura: Rosanna
Lettore Salmo: Roberto
Lettore 2 Lettura:Cristina
Vangelo:Diacono don Paolo
 
 
 
MONIZIONE AMBIENTALE
 
Oggi la chiesa ci invita a gioire e a far festa insieme al Padre prodigo di misericordia.
Oggi il figlio che si era allontanato ritorna in se stesso e ricorda con nostalgia la casa paterna.
Oggi anche noi siamo chiamati alla riconciliazione per mezzo di Cristo che Dio ha voluto come peccatore a favore di tutti noi.
Torniamo quindi alla casa del Padre e smettiamo di preferire il cibo dei porci alla mensa che il Signore ci offre.
Lasciamoci riconciliare con Dio nel seno della nostra madre: la Chiesa.

MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA

Siamo al terzo grande momento della storia della salvezza, con l’ingresso degli israeliti in Palestina si conclude l’esodo e si compie la promessa fatta da Dio ad Abramo: il dono della terra. In questa occasione il popolo celebra la Pasqua.
Anche noi siamo in cammino verso la Pasqua, la nostra terra promessa è Cristo, e la manna che ci nutre è l’Eucaristia.

MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA

La conversione non è frutto del nostro sforzo, ma è la conseguenza del fatto che Cristo ha pagato per i nostri peccati con la sua croce.
Lui continua a riconciliare gli uomini col Signore, attraverso la Chiesa che è lo strumento del perdono di Dio.

MONIZIONE AL VANGELO

Quello che ascolteremo non è il racconto di una crisi, ma è la storia di un ritorno, ritorno in se stesso e ritorno nella propria casa. Allontanarsi da Dio vuol dire andare a cercare una felicità che non si trova. Ritornare a Dio significa far festa e gioire insieme a Lui.
Peggio ancora è credere di essergli vicini, ma non accorgersi della Sua presenza.

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