TERZA DOMENICA DI AVVENTO ANNO A
Oggi la liturgia ci invita ad essere nella gioia, perché Cristo è vicino, anzi è già con noi. La certezza che Gesù continua ogni giorno a salvarci ci impegna ad essere testimoni di carità, a portare la speranza ai poveri, agli emarginati, ai sofferenti, agli sfiduciati, ai peccatori, a chiunque nella vita sta male. L’esultanza pervade tutta la nostra celebrazione, perché il Signore viene a liberarci e ci insegna la strada dell’obbedienza e della fedeltà, della pazienza e della perseveranza, che ci conducono alla gioia vera.
Saluto
PREGHIERA PER L’ACCENSIONE DEL TERZO CERO (sostituisce atto penitenziale)
Signore Gesù, visita con la pace e la gioia l’umanità intera che ti attende spesso senza conoscerti. Tu conosci , Signore le attese di liberazione e le delusioni degli uomini e dei popoli. Tu leggi nel cuore le speranze e le angosce di tante persone. Tu vedi i desideri di bene e i peccati di ogni creatura. Tu Signore sei colui che deve venire anche oggi nel nostro mondo, perché sempre più comprendiamo che non possiamo aspettare vita, libertà e gioia da nessun altro. Questo terzo cero dell’Avvento che accendiamo esprima la nostra profonda certezza che solo tu sei la Via, la Verità e la Vita del mondo. Ci accompagni con il suo esempio e la sua protezione materna la vergine Maria che veneriamo oggi come vergine paziente e gioiosa nel consacrarsi per il bene di tutta l’umanità. Tu sei Dio e vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen
Colletta
MONIZIONE DELLA PRIMA LETTURA
Il profeta Isaia annunzia la liberazione grazie all’intervento di Dio. Il popolo non sarà più schiavo, ma ritornerà alla sua patria, risanato e rinvigorito, tutto inondato di gioia.
MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA
L’apostolo Giacomo ci indica la strada della gioia: la pazienza. È un forte richiamo per noi abituati a vivere in fretta, spesso avidi di conquiste terrene e desiderosi del “tutto e subito”.
MONIZIONE AL VANGELO
Gesù risponde ai nostri dubbi come un tempo rispose ai dubbi di Giovanni Battista, non c’è altro Messia all’infuori di lui, perché lui solo da vita a chi è morto, da speranza a chi è sfiduciato, da perdono a chi ha peccato.
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