mercoledì 24 giugno 2009

Arcivescovo-Vescovo

S.E. Mons. GUALTIERO BASSETTI

Nato il: 07-04-1942 Ordinato Sacerdote il: 29-06-1966
Nato a Popolano, arcidiocesi di Faenza - Modigliana, il 7 aprile 1942; ordinato presbitero il 29 giugno 1966; eletto alla sede vescovile di Massa Marittima - Piombino il 9 luglio 1994; ordinato vescovo l'8 settembre 1994; trasferito ad Arezzo - Cortona - Sansepolcro il 21 novembre 1998; promosso alla sede arcivescovile di Perugia - Città della Pieve il 16 luglio 2009. Attuali


Incarichi:
- Delegato per i Seminari d'Italia
- Membro della Commissione Episcopale per il clero e la vita consacrata
- Membro del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani
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Dall’Appennino dall’Umbria passando per Firenze, la costa tirrenica e Arezzo. Affondano fra le montagne che dividono la Toscana e l’Emilia Romagna le radici del nuovo arcivescovo di Perugia-Città della Pieve. Gualtiero Bassetti nasce a Popolano, località di Marradi, nella diocesi di Faenza-Modigliana, il 7 aprile 1942. È il primo di tre figli e viene alla luce nel comune che ha dato i natali al poeta Dino Campana. Due suoi cugini sono sacerdoti, don Giuseppe e don Luca Bassetti.
Dopo aver trascorso l’infanzia a Fantino, nell’arcidiocesi di Firenze, nel 1956 entra nel Seminario di Firenze. Il 29 giugno 1966 viene ordinato sacerdote nel duomo di Santa Maria del Fiore dal cardinale Ermenegildo Florit. Inviato vice-parroco nella comunità di San Salvi, nel 1968 è chiamato in Seminario come assistente al Minore e responsabile della pastorale vocazionale. Nel 1972 viene nominato rettore del Seminario Minore. Nel 1979 il cardinale Giovanni Benelli gli affida l’incarico di rettore del Seminario Maggiore a soli 37 anni. Nel 1990 il cardinale Silvano Piovanelli lo nomina suo pro-vicario e nel 1992 lo chiama a diventare vicario generale dell’Arcidiocesi di Firenze.
Il 3 luglio 1994 Giovanni Paolo II lo elegge vescovo di Massa Marittima-Piombino.Viene ordinato vescovo l’8 settembre dal cardinale Piovanelli nella basilica di San Lorenzo a Firenze e dieci giorni più tardi fa il suo ingresso nella Diocesi a lui affidata.
Il 21 novembre 1998 viene eletto vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro dove fa il suo ingresso il 6 febbraio 1999. Inizia il suo ministero in terra d’Arezzo con il Giubileo del 2000 a cui Bassetti dedica la sua prima lettera. Ad agosto dell’Anno Santo partecipa alla Gmg di Roma. Sarà una costante del suo episcopato: insieme con i suoi ragazzi per il mondo nelle Giornate mondiali della Gioventù, accanto a loro sulle vie della diocesi. Ai giovani Bassetti scrive lettere, propone incontri, fino a lanciare lo scorso anno l’idea di un “patto educativo” fra comunità ecclesiale, istituzioni, realtà formative e associazionismo per rispondere all’emergenza educativa.
Nei piani pastorali affronta i temi della famiglia, dell’accompagnamento delle coppie prima e dopo il matrimonio, della parrocchia dal volto missionario, della riscoperta dell’identità battesimale, della parrocchia come comunità educante. Nei numerosi messaggi alla diocesi si sofferma, fra l’altro, sulle morti nel lavoro, sulla piaga degli aborti, sulla politica che ha bisogno di un «sussulto profetico», sulla prostituzione, sulla legalità nella gestione della cosa pubblica, sullo shopping domenicale che snatura il giorno del Signore.
Nel 2003 affronta l’emergenza terrorismo dopo l’assassino del soprintendente Polfer Emanuele Petri da parte delle Brigate Rosse. Dallo stesso anno porta avanti la Visita pastorale nelle 245 parrocchie della diocesi (che si sarebbe dovuta concludere fra due anni).
L’attenzione al mondo del lavoro e dell’impresa si concretizza nelle numerose visite alle aziende, alle associazioni di categoria e nelle sedi dei sindacati e trova un punto fermo nella lettera che il primo maggio 2004 pubblica dal titolo «Nella crisi: la speranza oltre ogni paura» che quasi preannuncia le difficoltà del recente terremoto economico-finanziario a cui risponde quest’anno creando un fondo di solidarietà gestito dalla Caritas.
Attualmente è delegato per i Seminari d’Italia (nomina che risale al 2001 con Giovanni Paolo II e che è sta confermata da Benedetto XVI nel marzo 2006), è membro della Commissione episcopale per il clero e la vita consacrata ed è membro del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani.

     Stemma


Lo stemma scelto da mons. Bassetti è un tipico stemma di parte Guelfa composto da uno scudo di forma sannitica partito, cioè diviso in due parti uguali da una linea longitudinale passante per il centro, detta palo. Nella parte destra, in campo azzurro, sono rappresentate le figure della casata Bassetti, mentre nella parte sinistra, sempre in campo azzurro, le figure raffiguranti la missione spirituale e l’impegno assunto dal Vescovo come pastore della Chiesa.
Lo Stemma, infine, è cimato da una Croce trifogliata d’oro sormontata dal cappello verde vescovile con tre ordini di nappe, e si chiude sotto la punta dello scudo con il motto “In Charitate Fundati”.
LE FIGURE
Come abbiamo detto, lo stemma scelto da mons. Bassetti racchiude in sé sia le figure proprie della casata dei Bassetti, a destra, sia le figure proprie del Vescovo, a sinistra.
Proprie della Casata
Le figure proprie della casata sono date da un Castello, un Angelo e una fascia.
Il Castello rappresenta un dominio feudale, una signoria, che simboleggia un’antica e cospicua nobiltà. Poiché è d’argento in campo azzurro è emblema anche di virtù forte.
L’angelo, che l’araldica pone tra le figure chimeriche, rappresenta invece l’amore di Dio, mentre la fascia è una pezza onorevole di prim’ordine.
Da notare anche i colori utilizzati: argento, rosso e nero. L’argento fu il colore dei Guelfi e dei Bianchi d’Italia e simboleggia amicizia, equità, giustizia, purezza, ecc. Il rosso indica invece audacia, valore, fortezza, nobiltà cospicua e dominio, mentre il nero è simbolo di stabilità e costanza.
Proprie del Vescovo
Le figure scelte dal Vescovo per rappresentare la sua missione spirituale nonché il suo impegno pastorale sono un Destrocherio, ossia la figura di un braccio destro che esce dal fianco sinistro dello scudo, che reca in mano un ramoscello di olivo sradicato, una cometa d’oro e un giglio di Firenze rosso in campo bianco.
Il destrocherio è una figura araldica che indica impegno; l’oggetto di questo impegno è, di solito, rappresentato da quello viene indicato o stretto nella mano. In questo caso il ramoscello d’olivo sradicato simboleggia non solo l’impegno di essere portatore di pace, ma di voler trapiantare una pace ben più profonda, ossia quella di Cristo nel cuore dei suoi fedeli. Simboleggia in ultima analisi, quindi, una forte volontà pastorale di evangelizzatore.
La cometa d’oro è un altro riferimento al desiderio di evangelizzare. Come essa è stata la guida per i Magi così il Vescovo si impegna ad essere la guida per la sua Chiesa.
La presenza, infine, del giglio rosso di Firenze in campo bianco, collocato nel cantone sinistro del capo, vuole ricordare la sede di provenienza dove il nostro Pastore e Vescovo ha svolto l’importante e intensa attività di Vicario Generale.

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