domenica 2 settembre 2012

PILLOLE DI PAROLA a cura di Cristina Rossini


VENTIDUESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
DOMENICA 2 SETTEMBRE 2012
COLORE LITURGICO:VERDE
 
 
 

 

 
 
 
 




MONIZIONE AMBIENTALE
 
La vita di fede di ogni uomo si incontra sempre con il contrasto tra COMANDAMENTO DI DIO e TRADIZIONE O PRECETTO DEGLI UOMINI, c’è una religiosità che in realtà è quasi un rito di società, c’è una spiritualità esteriore che serve più a consolare noi che a lodare Dio, c’è un rigido tradizionalismo che vuole solo conservare abitudini consolidate, c’è una tradizione più folcloristica che interiore, più pagana che cristiana, più umana che posta sotto il sigillo di Dio. C’è invece il Comandamento di Dio che è uno solo e totale, infinitamente più impegnativo di un semplice gesto sacro, è AMARE con tutto quello che comporta. La liturgia di oggi si presenta come un tentativo di coniugare legge e cuore, culto ed esistenza e dovrebbe essere  un rito compiuto nella fede, una preghiera che non ripete formule ma che sboccia dalla coscienza, il segno della pace non dovrebbe ridursi ad un gesto di cortesia ma svilupparsi in comunione fraterna, l’Eucaristia non dovrebbe ridursi ad un atto scontato ma divenire la gioia di un incontro pieno.

MONIZIONE ALLA PRIMA LETTURA

La Torah, cioè la legge biblica, è presentata come espressione dell’incontro tra la volontà di Dio e l’adesione gioiosa della libera volontà dell’uomo. Il Signore non è tanto da cercare in cieli lontani ma nella legge che lui ha offerto al suo popolo, l’adesione a quella Parola è la scoperta della presenza di Dio proprio nel cuore dell’esistenza umana.

MONIZIONE ALLA SECONDA LETTURA

Polemizzando a più riprese contro una spiritualità troppo evanescente ma anche contro un culto divenuto rubricismo legalistico, Giacomo propone l’accoglienza piena e totale della Parola che è stata seminata in noi da Dio. Un’accettazione che non è solo vago ascolto ma impegno quotidiano nei confronti di tutti i fratelli, specialmente dei più bisognosi.

 MONIZIONE AL VANGELO
 
Gesù rivolge un duro attacco contro una certa prassi giudaica tutta centrata sull’osservanza delle leggi come fonte decisiva di salvezza, rifiuta una religiosità rigida che rende irrespirabile la vita spirituale trasformando l’adesione a Dio in una cappa di piombo di norme da rispettare. La fede del cristiano si misura sul comportamento di tutti i giorni, non sul lavarsi le mani prima del pranzo o sulla purificazione delle stoviglie

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